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Mio caro giovane amico ho voluto scrivere questa lettera di benvenuto a bordo pensando a quando avevo la tua età, si è vero altri tempi…comunque quando mi capitava di andare incontro, affrontare  nuove esperienze ero un po’ agitato e pensavo…:

Come farò ad imparare tutte quelle cose che non ho ancora imparato…? E come farò se non ci sarà nessuno in grado di aiutarmi…?  

Queste le domande che si fanno i giovani quando hanno davanti  nuove situazioni, imprevisti…cose mai pensate …nuove sfide della vita da affrontare.

Qualcuno può esultare , qualcun altro si è incupito. Tutti preoccupati. Ciascuno per motivi diversi, motivi altruistici o egoistici. I ragazzi, quelli più pronti all’incontro ed al confronto e desiderosi di scoprire temono le difficoltà in cui potrebbe imbattersi. Altri, presi da maggiore individualismo, temono per se stessi, per il dover condividere giochi, esperienze, persone mai viste. Temono che vengano offerte loro minori attenzioni perché qualcun altro che ha più bisogno potrebbe avere la precedenza.

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E così, ancora una volta, nell’ ambiente giovanile si sperimentano  le dimensione  situazioni sociali, si confronta, si mettono in gioco le proprie competenze, si esprimono le personali esigenze, le gioie, i  timori, i  punti di forza o di debolezza. Si relaziona con gli adulti e con gli amici, e non vorrebbero certamente ammettere che non si è completamente pronti ad accogliere un nuovo compagno, persone e fatti... specialmente fuori il clima scolastico. Eppure, comprendono che per mantenere le proprie amicizie, per affrontare il quotidiano, per convivere in qualsiasi comunità in modo pacifico, devono imparare a controllare anche quegli atteggiamenti chiusi, come un eccessivo egocentrismo o un’esasperata possessività, che magari in famiglia possono essere tollerati ma non in società, non in una comunità che è al di fuori della scuola.

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Fare nuove esperienze, al di fuori della scuola, della famiglia,  è equipaggiare il motore di una barca. Serve saper prendere le misure, pesare, equilibrare...e mettere tutto in funzione. Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio...un po' del pirata...un po' del poeta...  un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
E’ consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca prenderà il largo, se ne andrà lontano. Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di esperienze  verso porti distanti, verso isole lontane. Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca,  nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.

E cosi sarà sempre nella tua vita, mio caro giovane. Tante volte devi prendere le misure, pesare, equilibrare, imparare ad allargare gli orizzonti per puntare verso isole lontane concentrandoti su ciò che vuoi raggiungere,  imparare e conquistare lungo le strade del mondo.

Devi sapere quanto è importante tutto quello che stai studiando in questi anni,  perché rappresentano le abilità d base su cui poggiano tutti gli altri apprendimenti. Nel contempo devi essere consapevole  che non è tutto, capirai presto che più conosci e impari e ancora di più ti sentirai ignorante. 

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Noi, della PAN con questo progetto “Un volontario in ogni famiglia” vogliamo che impari il senso della  vita, della bellezza, della giustizia, della solidarietà e della sensibilità. E così ci prodighiamo per aiutarti a rinsaldare valori importanti come l'aiuto, il rispetto reciproco, l’altruismo, l’amicizia e farti superare le difficoltà della vita, come comportarti con gli imprevisti, fatti mai successi, affrontare con serenità le difficoltà, eventuali egoismi, prepotenze o prese di posizione irragionevoli. Noi vogliamo aiutarti a spezzare le catene con le cose che non condividi, a stimolarti nel cogliere la bellezza delle differenze, il valore dei colori e delle sfumature. Sperando che le esperienze che farai con noi i tuoi  occhi si possono aprire alla luce e allo splendore della sensibilità e generosità d’animo.

Noi vorremmo, senza nessuna presunzione, con umiltà,  prepararli alla vita, supportarti nella crescita, farti ascoltare e contemplare tutti i punti di vista…differenti tra loro. Un giorno, caro giovane, anche tu capirai che agli adulti è affidata la grande responsabilità dell’educazione, ai giovani la speranza di essere costruttori di un mondo migliore. Comprenderai, che la tua libertà finisce dove inizia quella dell’altro, del tuo prossimo, che dopo aver ascoltato attentamente tutti,  devi imparare a comprendere l’altro, a rispettarlo, è molto più importante di qualsiasi altro apprendimento. 

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Devi imparare cosa voglia dire empatia, questo termine un po’ difficile che vogliamo far rientrare a tutti i costi nel nostro linguaggio perché ci permette di arricchirci lessicalmente ma soprattutto spiritualmente. Comprendere che, qualunque giovane arrivi nella tua classe non potrai distogliere i professori dall’ attenzione che avranno sempre per tutti e ad ognuno di loro. Devi  capire che qualunque sia il Dio a cui si crede la sola cosa importante è rispettarsi. La cosa importante è non fare mai del male a nessuno, musulmano o cristiano, credente o meno.
Noi della PAN sappiamo che il tempo utilizzato per aiutare i ragazzi a comprendere, a scoprire, a favorire l’ascolto reciproco, a confrontarsi, a collaborare, a trovare soluzioni condivise e soprattutto a sviluppare comportamenti sociali positivi e rispettosi delle diverse visioni del mondo credo sia il tempo speso nel migliore dei modi. Un tempo che aiuta tutti a riflettere e a crescere meglio.

Noi sappiamo che questo tempo sarà ampiamente ripagato perché a fine progetto le esperienze che faremo, il tempo che passeremo insieme  sarà vissuto, disegnata nella mente di tutti, nessuno escluso, con colori di particolare bellezza e luminosità, colori allegri e festosi che tanto invitano alla positività, all’amore, alla fiducia ed alla speranza di costruire un futuro migliore. Un futuro che tende a quell’armonia di un mondo che troppo spesso ci riempie e ci umilia con tantissime note stonate.

Il tempo che passeremo insieme servirà a tutti per capire che non sarà difficile accogliere e comunicare con tutti;  comprendere che il diverso, tutto quello che non si conosce, non fa altro che arricchirci lo spirito.  Comprendere che quando accogli il diverso con un sorrisi ed un abbraccio…l’altro sarà in grado di comprendere, perché queste sono le parole di un linguaggio universale. Un linguaggio che parla di amore, rispetto, fratellanza, solidarietà. Tutto ciò che occorre ad ogni giovane ed ogni adulto per prendere il largo ed andare lontano.

Ciao è ancora un benvenuto tra noi....

Stanislao Ricciardi

21 Gennaio 2015